Quello del JTAC è sicuramente uno tra i ruoli più complessi e ambiti nel mondo simulativo, in particolar modo per gli amanti dell’aviazione. La natura di questo operatore altamente specializzato, per la sua complessità, è spesso fraintesa o male interpretata, cerchiamo quindi di fare chiarezza.
Il JTAC (Joint Terminal Attack Controller) è un operatore di fanteria che si occupa principalmente del coordinamento di assetti aerei e supporti a tiro curvo a disposizione del contingente. In alcune forze militari (ad es. UK e USMC) viene chiamato anche FAC (Forward Air Control), svolgendo incarichi analoghi, in ambiente NATO la dicitura è in ogni caso JTAC.
Un altro termine che si incontra in questo ambito, e che viene spesso (erroneamente) scambiato per sinonimo è il nucleo TACP (Tactical Air Control Party), che si riferisce però ad un nucleo formato da 2-4 operatori (di cui almeno un JTAC), con il preciso incarico di coadiuvare quest’ultimo nello svolgimento delle sue mansioni.
Come detto, il ruolo del JTAC è quello di coordinare missioni che coinvolgono assetti ad ala fissa, ala rotante, droni e assetti a tiro curvo come mortai, artiglierie e cannoni navali. Per far questo, l’operatore deve essere altamente preparato sulla natura di questi assetti, sui loro armamenti e sugli effetti che questi ottengono quando impiegati. Al JTAC va anche la responsabilità dell’incolumità dei suddetti assetti, dal momento in cui gli vengono assegnati fino al loro allontanamento dall’area operativa a missione conclusa.
Queste missioni possono essere di varia natura, in base al contesto e alla tipologia di assetti disponibili, vediamole in ordine.
Ala fissa
Nel caso di assetti a tiro curvo, la richiesta di fuoco indiretto avviene in maniera analoga a prescindere dal tipo di supporto disponibile, generalmente tramite l’inoltro di coordinate del bersaglio e successivi aggiustamenti del tiro.
Il JTAC è una risorsa vitale che necessita di essere tutelata e posizionata con cautela all’interno dell’area operativa. Deve essere presente sul campo così da essere efficace nel coordinamento, grazie ad una maggiore consapevolezza della situazione e alla possibilità di identificare con precisione i bersagli, tuttavia può essere rischioso inserirlo all’interno di una squadra impegnata in un assalto o una qualsiasi altra operazione a più stretto contatto col nemico. La situazione, in questi casi, raramente sarà ideale per svolgere in maniera fluida ed efficace i suoi incarichi, a causa di ingaggi, posizionamenti sfavorevoli (centri urbani, interni di edifici, avvallamenti), vanificando l’utilità dell’operatore nel coordinamento dei supporti. Un buon compromesso può essere inserire il JTAC all’interno del nucleo di comando (ad es. del Comando di Plotone), soluzione che gli permette di essere presente nella zona operativa ma a debita distanza da ingaggi, con una maggiore libertà di manovra e maggiore consapevolezza della posizione di tutte le truppe alleate.
Un errore comune è quello di utilizzare il JTAC come radiofonista per il coordinamento delle forze di terra. Seppure disponga di più apparati radio (spesso anche di portata maggiore rispetto a quelli dei radiofonisti), il JTAC all’interno della maglia radio viene considerato come entità autonoma, a cui viene assegnato un Callsign ed una frequenza specifica su cui gli assetti interessati si sintonizzeranno (su indicazione del Comando) per coordinarsi con lui.
In breve, il JTAC resta sulla propria frequenza e gli assetti a lui assegnati si metteranno in contatto con lui tramite di essa.
Se è presente all’interno del contingente una squadra di ricognizione formata da Tiratore Scelto e Osservatore, questi potranno assolvere anche al ruolo di JTAC, sfruttando la loro posizione avanzata in territorio nemico per acquisire ed attaccare i bersagli.
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