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BRIGATA LANCIERI

Competenze Base – Sistema Medico Ace

Nonostante l’adozione di efficienti strategie militari e l’attenta pianificazione, durante le operazioni capita che uno o più operatori vengano feriti dal nemico. Per gestire queste casistiche è essenziale un’adeguata formazione di tutti gli operatori, in modo da facilitare le operazioni dei medici qualificati, e ripristinare nel minor tempo possibile la situazione della squadra.

Il nostro clan, la Brigata Lancieri, per far questo adotta da anni il sistema medico fornito dalla mod Ace (Advanced Combat Environment), una mod che tra le tante aggiunte alla simulazione, introduce un complesso ed interessante sistema di gestione medico che andremo ora ad esaminare.

Il menu medico di Ace si presenta come nell’immagine qui sotto ed è possibile raggiungerlo tramite il tasto “H” premuto nella direzione di qualcuno se si desidera conoscere il suo stato medico, o senza una precisa direzione per aprire il proprio. Per alternare queste due viste basta cliccare sull’ultima icona del menù in alto a sinistra.

Per intervenire su un paziente, non è strettamente necessario l’utilizzo del menu medico, è possibile infatti intervenire tramite interazione ACE (tasto “WIN“) guardando verso la parte del corpo interessata.

La prima cosa che è importante memorizzare è che non tutte le azioni possono essere effettuate in ogni parte del corpo, la somministrazione di farmaci come morfina o epinefrina ad esempio può essere effettuata solo sugli arti, per effettuare il massaggio cardiaco è necessario selezionare il torso, e così via.  Entriamo ora nel dettaglio di tutte le componenti che compongono questo sistema, iniziando analizzando tutto ciò che può accadere al nostro operatore sul campo di battaglia.

Ferite

Iniziamo col dire che grazie ad Ace Medical, non subiremo più un danno generico e non localizzato come quello di Arma vanilla, bensì un colpo di arma da fuoco sparato al petto, causerà una ferita al petto, una brutta caduta creerà delle lesioni alle gambe, un’esplosione causerà danni leggeri (o meno) dislocati in gran parte del corpo e così via… Iniziamo passando in rassegna queste ferite, le loro possibili cause e i loro effetti.

 

Tipologia Descrizione Cause Effetti
Abrasione
La pelle viene danneggiata a causa delle frizione contro una superficie solida
Caduta, bruciature da corda, incidenti su veicoli
- Dolore molto leggero
- Sanguinamento molto lento
Avulsione
Un'intera struttura o parte del corpo viene forzatamente staccata dal corpo
Esplosioni, incidenti con veicoli, granate, colpi di artiglieria, proiettili, ritorni di fiamma
- Dolore molto elevato
- Sanguinamento molto veloce
Contusione
Lividi, causa di un trauma interno avvenuto senza danneggiamento della pelle
Proiettili, ritorni di fiamma, incidenti con veicoli, cadute
- Dolore leggero
- Nessun sanguinamento
Danni da caduta
Un oggetto pesante cade su una persona, aprendo la pelle e spezzando/strappando le strutture sottostanti
Caduta, incidenti con veicoli.
- Dolore leggero
- Sanguinamento molto lento
Tagli
Una superficie tagliente penetra la pelle creando una ferita netta e regolare
Incidenti con veicoli, granate, esplosioni, colpi di artiglieria, ritorni di fiamma
- Dolore leggero
- Sanguinamento lento o medio
Lacerazioni
Una superficie tagliente penetra la pelle con gran forza lasciando una ferita irregolare
Incidenti con veicoli
- Dolore leggero
- Sanguinamento lento o medio
Ferite da velocità
Un oggetto penetra il corpo a gran velocità
Proiettili, schegge, granate, esplosioni, colpi di artiglieria
- Dolore molto elevato
- Sanguinamento medio
Ferite da perforazione
Ferite profonde e strette prodotte da oggetti appuntiti
Granate
- Dolore leggero
- Sanguinamento lento

Come riporta la tabella, è possibile incorrere in un gran numero di ferite.  Molte di esse possono presentarsi con diversi livelli di gravità, amplificandone o riducendone gli effetti. E’ possibile subire più di una ferita, anche dello stesso tipo, su ogni parte del corpo, e gli effetti di tutte queste saranno sommati tra loro.

In una situazione standard, la raffigurazione del corpo è interamente bianca, in caso di ferite, la parte del corpo interessata si colora di giallo tenue, giallo intenso, arancio e rosso all’aumentare della gravità e della quantità di ferite.  Cliccando su quella zona, sarà possibile visualizzare grazie al menu di destra la tipologia e quantità di ferite riportate. 

Come nel caso qui accanto, oltre che le ferite di cui sopra, è possibile incorrere in fratture, queste vengono visualizzate evidenziando le ossa interessate in rosso. Le fratture non causano sanguinamento ma rallentano molto i movimenti fino a che non vengono trattate.

Tutte queste condizioni possono essere risolte bendando e suturando le ferite tramite l’apposito menù. E’ bene tenere a mente che alcune tipologie di ferite hanno risvolti più gravi sul paziente, e andrebbero quindi trattate con priorità. In linea di massima l’obiettivo è quello di contenere il più possibile la perdita di sangue. Onde evitare situazioni gravi come un arresto cardiaco. Lo stesso vale per le fratture, che possono essere steccate tramite lo stesso menù, tuttavia non causando perdite di sangue queste vanno generalmente trattate per ultime.

Tutte le procedure e le attrezzature necessarie per eseguire questa procedura nella maniera più ottimale saranno trattate dettagliatamente in seguito.

Sistema circolatorio

Il sistema circolatorio in Ace è piuttosto semplice, e conta principalmente di 2 parametri, pressione sanguigna e frequenza cardiaca. Come è ovvio pensare, questi due valori sono strettamente collegati tra loro, ed operare su uno di questi ha conseguenze (positive o meno) anche sugli altri.  Entriamo nel dettaglio:

Il primo valore di riferimento è sicuramente il battito cardiaco del paziente. Valori nominali, a seconda dello stato di riposo o sforzo, vanno dai 46 ai 160 battiti al minuto. Valori al di fuori di questo range possono causare un arresto cardiaco, ovvero la completa interruzione delle funzioni del cuore. In particolare in Ace, questo avviene con valori inferiori a 20 o maggiori di 200. E’ importante tenere a mente che in queste situazioni, il sangue smette di circolare lungo il corpo, sarà quindi inutile la somministrazione di qualunque farmaco, oltre al fatto che il paziente, sicuramente privo di conoscenza, non potrà risvegliarsi prima della risoluzione dell’arresto cardiaco, ovvero fino a quando il cuore non avrà ripreso a funzionare. Per impedire queste casistiche, è bene sapere come monitorare e gestire la pressione sanguigna.

La pressione sanguigna si divide in sistolica e diastolica (anche detta massima e minima), rispettivamente misurando il momento di contrazione del cuore e quello di rilassamento. Generalmente questi due valori vengono trattati in coppia, ed un valore standard dovrebbe assestarsi attorno ai 120/80 (120 sistolica, 80 diastolica). 
Tra i fattori che possono influenzare questi valori, primo tra tutti, c’è la perdita di sangue. Un sanguinamento trattato troppo lentamente può portare ad una perdita di sangue tale da abbassare la pressione sanguigna fino ad un arresto cardiaco
Un altro fattore importante che incide sulla pressione è la somministrazione di farmaci, che se mal gestita, può anch’essa portare ad arresto cardiaco causato da una pressione troppo bassa o troppo alta.

Per ristabilire pressione e battito generalmente è necessario che un medico effettui delle trasfusioni di sangue, plasma o salina per ripristinare il normale quantitativo di sangue, e di conseguenza la pressione.  In caso di arresto cardiaco tuttavia, se non è stato perso troppo sangue, anche un normale operatore può tentare di far ripartire il cuore praticando un massaggio cardiaco (interazione sul torso). Se la pressione è sufficiente, dopo alcune ripetizioni il cuore potrebbe tornare a battere normalmente e il paziente potrebbe riprendere i sensi.

Equipaggiamento

Iniziamo con la parte più essenziale dell’equipaggiamento e con cui tutti gli operatori dovrebbero trovarsi a proprio agio, i bendaggi.

Esistono diverse tipologie di bendaggi con diverse caratteristiche.  I parametri da tenere in considerazione sono solamente due, la loro efficienza, ovvero il quantitativo di bende necessarie per curare una ferita, e la loro resistenza, ovvero la probabilità che una ferita bendata si riapra dopo un certo lasso di tempo. A seguito una tabella con le tipologie di bende e le loro caratteristiche.

Come è ben evidente, a seconda della tipologia di ferita il comportamento dei bendaggi varia molto, quindi grazie ad un uso consapevole è possibile, sfruttando i bendaggi adatti, risparmiare parecchio tempo in fase di cura delle ferite, tuttavia alcuni di questi sono molto meno resistenti di altri e possono riaprirsi, costringendo a bendare nuovamente la ferita per fermare il sanguinamento. 

Durante tutto questo trattamento, è bene fare utilizzo di un altro importante equipaggiamento, il laccio emostatico. Il laccio emostatico può essere posizionato sugli arti e blocca istantaneamente il  sanguinamento in quella zona del corpo, dopo un po’  arreca dolore
Una volta che la ferita è bendata, un medico, grazie al kit di sutura può andare a saturarla, chiudendola definitivamente impedendone la riapertura. Se c’è un medico nei paraggi o se il medico siamo noi, quindi, è bene suturare le ferite a fine trattamento, in modo da poter usare tranquillamente i bendaggi meno resistenti per fermare più in fretta l’emorragia. 

In ultimo, parliamo dei medicinali. I principali sono tre ed hanno utilizzi ben definiti:

  • Epinefrina (adrenalina): aumenta il battito cardiaco e la pressione, inoltre aumenta la probabilità di tornare coscienti, rimane in circolo per  5 minuti
  • Morfina: diminuisce il battito cardiaco e la pressione, efficacie rimedio per il dolore, può essere utilizzato ogni 15 minuti per evitare di andare in arresto a causa del battito troppo basso
  • Adenosina: diminuisce leggermente battito cardiaco e pressione, utile per contrastare l’effetto dell’epinefrina
Triage e stabilizzazione

Da semplici operatori, quel che si può fare per aiutare il medico non è molto, ma va fatto in maniera corretta ed ottimizzata, in modo da ridurre carico al medico. Per prima cosa bisogna pensare a sé stessi, e a fare in modo di ridurre al minimo il quantitativo di sangue perso bendandosi in maniera più celere possibile, compatibilmente con il raggiungimento di un’adeguata copertura. In secondo luogo è importante limitare il più velocemente possibile la perdita di sangue dei caduti, attraverso una prassi molto standard e schematica, ottimale per la maggior parte dei casi. 

  1. Applicare un laccio emostatico su ciascuno degli arti feriti
  2. Bendare (se necessario) testa e torso
  3. Controllare che il cuore batta
  4. Se il cuore non batte, e il quantitativo di sangue perso non è fatale, si può tentare un massaggio cardiaco (CPR).
  5. Ripetere i punti 3 e 4 finché necessario (tuttavia se il quantitativo di sangue perso è troppo, non funzionerà)
  6. Se il cuore riprende a battere, iniettare una epinefrina e attendere il risveglio
  7. Se il paziente non torna cosciente, trascorsi 5 minuti si può iniettare un’altra epinefrina

Come si può notare, gran parte dell’esito del recupero dell’operatore dipende dal quantitativo di sangue che ha ancora in corpo, per questa ragione è vitale essere tempestivi nel recupero e nella stabilizzazione delle ferite. Se c’è un medico nei paraggi, sarà lui a gestire l’operazione ed è compito dell’operatore seguire tutte le sue direttive. Se il medico non ha bisogno di aiuto, non fossilizzarti sul fare il suo lavoro e concentrati sul tuo, copri il medico e assicurati che possa svolgere il suo incarico in sicurezza.  

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